Di Paolo Bertoli 
(dal web, e dal Sole 24 Ore)

Prendendo il timone del Governo, il prof. Monti è stato costretto dalla rovinosa situazione che ha trovato, specialmente dal punto di vista della sfiducia dei mercati, a cercare – con misure severissime –di rimettere il nostro Paese sul giusto binario. L’insieme delle misure adottate è per fortuna risultato vincente, come testimonia la caduta degli spread sui titoli italiani, ma le conseguenze sull’economia reale sono di particolare gravità. La reintroduzione dell’Ici insieme alla revisione dei valori catastali e le sensibili maggiorazioni delle aliquote sulle seconde case rappresentano una doccia fredda, le cui traumatiche conseguenze sui consumi si aggiungono a quelle della contemporanea maggiorazione dell’Iva. Alle imposte pubbliche si somma inoltre l’aumento abnorme del prezzo dei carburanti, che potrebbe ulteriormente salire nei prossimi mesi.
Gli italiani, impauriti da questo “diluvio” si sono messi di nuovo – almeno quelli che possono – a risparmiare. Se se ne sono accorti i venditori di automobili e altri beni di consumo durevole e non.
Questa situazione coincide con una fortissima restrizione del credito, che si è abbattuta sui mutui immobiliari ma specialmente sui prestiti alle imprese. I banchieri italiani, nella necessità di avviare una ricapitalizzazione come imposto dall’autorità bancaria europea, hanno tuttavia approfittato del miracolo del prof. Draghi, che ha aperto i rubinetti della Bce per circa 1000 miliardi di prestiti (all’1%), di cui una parte rilevante (circa 125 miliardi) è stata destinata ad acquisti di titoli di Stato, specie quelli ad alto rendimento emessi dallo Stato italiano. Denari che così impiegati non hanno certamente aiutato il sistema imprese. Anche dal sistema dei Confidi arriva un allarme. Ci sono 30 mila imprese italiane destinate a chiudere quest’anno per effetto della crisi e soprattutto del credit crunch. Tale situazione mette in pericolo anche 700mila posti di lavoro.
Questa è la poco invidiabile situazione nella quale la nostra economia si trova da ormai parecchi mesi: cambio alto, stretta fiscale e credit crunch su persone e imprese. In America lo chiamerebbero un triple whammy, un triplo schiaffone.

La previsione per il resto del 2012 è dunque tutt’altro che positiva per la nostra economia.

Articolo pubblicato sulla rivista ANDAF di Aprile 2012