Di Paolo Bertoli 

Si è appena concluso ,un anno turbolento, inquieto, confuso, ma anche ricco di cambiamenti e di novità. Forse non si può dire che il 2004 sia stato particolarmente positivo, e ciò per le molte questioni aperte, tuttavia direi neanche troppo negativo.
E’ il 2005 che si profila, a mio avviso, ancor più complesso!
L’andamento del rapporto tra euro e dollaro non tranquillizza le nostre aziende e c’è chi vede, nel 2005, un ulteriore rafforzamento dell’euro fino a quota 1,40 ed oltre. I mercati finanziari, peraltro, non evidenziano elementi tali da far supporre l’uscita dal tunnel.
Le scorrettezze in materia di bilanci societari hanno dato un duro colpo alle economie di tutto il mondo. In molti paesi, compresi il nostro, si stanno ricercando soluzioni normative a questi problemi, nel presupposto di riuscire a ridurre la disonestà con i decreti legge.
Con il Sarbanes Oxley Act, ed ora anche in Italia, credo con una componente di emotività non trascurabile, si sta attuando un inasprimento delle pene a carico di quei dirigenti che si macchino di comportamenti disonesti, in modo da suggerire loro molta attenzione nelle loro azioni. Il legislatore italiano ha individuato, ad esempio, proprio nel CFO, un soggetto da tenere a bada, prevedendo per lui le stesse pene riservate agli amministratori esecutivi, ma forse dimenticando di analizzare quali sono le “leve” a sua disposizione. Il prevedibile risultato, se non ci sarà una correzione di tiro, sarà da un lato un provvedimento per nulla efficace, e dall’altro lascerà il CFO stesso in una posizione critica con responsabilità enormi ma senza mezzi per poter controllare.
Anche le vecchie regole di governo delle imprese danno evidenti segnali di cedimento. Alcuni modelli di corporate governance ampiamente seguiti negli anni Novanta, come ad esempio l’uso delle stock options, non hanno certo stabilizzato i mercati ed anzi, in alcuni casi, la particolare rilevanza di alcune di queste operazioni ha creato capovolgimenti negli assetti proprietari e nei mercati.
Gli uomini che governano le economie sono alla continua ricerca di stimoli economici: “… aumentare i consumi !” è ormai uno slogan ricorrente. Ma anche in questo caso (e le recenti operazioni di “rottamazione” lo dimostrano) questa medicina non sempre porta ai risultati attesi.
Ed anche sul fronte politico internazionale sono molte le partite in gioco che, se vinte o perse, determineranno o condizioneranno – in modo positivo o negativo – il nostro futuro. E l’effetto “globalizzazione”, ovvero questo enorme “conduttore” nel complesso sistema di vasi comunicanti del pianeta, non ha certo terminato i suoi effetti.
Credo quindi che il 2005 si profili come un anno non semplice, ed è proprio per questo motivo che coloro che sono alla guida delle nostre imprese, delle nostre economie e dei nostri popoli devono muoversi con la massima prudenza possibile, cercando di non commettere errori.
Vorrei, infine, fare un appello alla nostra categoria: dobbiamo assolutamente uscire allo scoperto ed occupare un ruolo più attivo nel mondo delle professioni e delle imprese, superando quei confini che, forse da soli, ci siamo creati.
Sono certo che le nostre esperienze di uomini abituati a ricercare sempre riscontri oggettivi, a misurare i fenomeni ed a valutarli razionalmente, potranno dare un sostegno ed un aiuto per contribuire alla soluzione dei molti problemi aperti, non ultimo quello che vede una totale revisione (in aumento) delle nostre responsabilità.

Editoriale pubblicato sulla rivista ANDAF di Gennaio 2005