Di Paolo Bertoli 

Questo è stato il “fil rouge” del XXXIII Congresso Nazionale Andaf, in calendario nei giorni 19-20 e 21 novembre 2008, che offrirà ai partecipanti l’occasione di riflettere sulla nostra professione, sull’evoluzione del nostro ruolo e sul futuro delle nostre imprese. La scelta di questo tema nasce dall’osservazione dei profondi cambiamenti nel nostro modo di vivere e di pensare, di fare business e di comunicare. Sono certo sia da tutti condivisibile come la nostra vita ed il nostro lavoro stiano diventando sempre più complessi. Ma quali sono i fattori che determinano la complessità, che talvolta giunge perfino al “caos”? Quali le conseguenze? Quali i rimedi possibili?
Certamente un fattore importante è costituito dalle nuove tecnologie, con particolare riferimento a quelle che hanno reso estremamente efficiente il nostro modo di comunicare. Televisione, internet e interattività hanno innescato un inarrestabile processo di conoscenza. L’efficienza dei nostri mezzi di comunicazione ha reso possibile migliorare gli scambi commerciali, le nostre relazioni, ha offerto opportunità di sviluppo culturale.
Ma non sono mancati anche “effetti collaterali”. Primo tra tutti la migliore diffusione delle informazioni, che ha messo in evidenza l’insostenibilità di numerosi aspetti del mondo odierno. Siamo nell’epoca delle fratture sociali, della discontinuità. Dove tutto è visibile, anche la disuguaglianza. Attenzione tuttavia a non interpretare la discontinuità come un fattore negativo, poiché essa può rappresentare anche opportunità! Senza discontinuità non esisterebbero come Google, Ryanair, Amazon, Apple, E-Bay, Facebook, You Tube e molte altre.
Se dalla tecnologia si origina la discontinuità, e da essa consegue la complessità, appaiono più comprensibili alcuni importanti cambiamenti quali: (i) la globalizzazione, che impone meccanismi di cooperazione e competizione interna ed esterna nella ricerca della crescita, della flessibilità, dell’innovazione e delle economie di scala; (ii) il fattore “tempo”, che rappresenta oggi una risorsa scarsa in un mondo che gira velocemente e nel quale la tempestività è un fattore determinante per lanciare nuove iniziative, nuovi prodotti e servizi, per modificare le strategie; (iii) l’inefficienza dei tradizionali modelli organizzativi gerarchici, che tendono a migrare verso le ”non strutture”, quali il lavoro a distanza, il lavoro di gruppo, l’automazione dei processi; (iv) il modo di comunicare, come Galimberti nel Congresso 2007 ci spiegava, più “binario” e codificato; (v) l’evoluzione del sistema normativo, che sempre più tende a scostarsi dalla definizione di principi di comportamento per puntare alla imposizione di regole operative, cogenti, di dettaglio, utilizzando come deterrente all’adozione di comportamenti illegittimi sistemi di responsabilità più severi; (vi) la flessibilità strategica, fattore indispensabile nei sistemi in continuo mutamento per adattarsi all’ambiente esterno e talvolta per crearlo.
La rete è il simbolo grafico del nostro nuovo secolo, senza vertice, centro, orbita, e che idealmente rappresenta un sistema di relazioni interconnesso per rappresentare ogni fattore economico o sociale, ogni comunicazione, ogni sistema allargato. Ed in un contesto così articolato il CFO, che occupa una posizione centrale all’interno dell’impresa, non può far altro che diventare un… “gestore della complessità”.
Ma di tutto questo parleremo più ampiamente nel corso del XXXIII Congresso Nazionale Andaf.

Editoriale pubblicato sulla rivista ANDAF di Luglio 2008